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Liberare gli oceani dalla plastica: la più grande pulizia della storia

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modello_pogetto_1La pulizia degli oceani inizierà nel 2016 dalle coste del Giappone. Sarà infatti avviato l’anno prossimo il progetto “The Ocean Cleanup Array“, proposto da Boyan Slat un giovane olandese che nel 2012, a soli 19 anni, si è aggiudicato il Best Technical Design all’Università di Delft ed ha già raccolto oltre due milioni di dollari (ANSA, sito di The Ocean Cleanup).
Si tratta di un sistema di lunghi bracci fluttuanti che si allungano sulla superficie del mare convogliando i rifiuti di plastica verso i raccoglitori. La plastica si trova Sliderimage_aerial_overview_01prevalentemente in superficie dove è sistemata la struttura ideata per il progetto. In questo modo non si danneggia la vita marina e i pesci possono continuare a percorrere indisturbati le loro rotte.
Risale ad alcuni anni fa la scoperta al centro degli oceani dei cinque immensi vortici formati dalle correnti in cui si ammassano i rifiuti di plastica (vedi il post del 13/4/2013).
Sliderimage_boomUna quantità enorme, circa 270mila tonnellate, che aumenta di 8 milioni di tonnellate all’anno (Sciencemag). Cinque gigantesche isole galleggianti di plastica in cui gli animali possono rimanere intrappolati, I rifiuti di plastica si degradano con il Sole frantumandosi in  pezzi sempre più piccoli che non spariscono, ma possono invece entrare a far parte della catena alimentare con grave pericolo per la fauna ittica. Non sono soltanto i pesci ad essere danneggiati: un milione di uccelli marini e centomila mammiferi marini muoiono ogni anno a causa della plastica e molte specie sono a rischio di estinzione. Ed è anche la nostra salute a rimetterci perché le sostanze inquinanti  si accumulano nei pesci e arrivano sulle nostre tavole.
In campioni di acqua tratti nel 2001 dal vortice del Pacifico settentrionale le particelle di plastica sono risultate sei volte maggiori dello zooplancton.
Il progetto che inizierà il prossimo anno punta proprio a ripulire il “Great Pacific Garbage Patch“, il più vasto che raccoglie un terzo dei rifiuti.
Tsushima_mappaInizia con una struttura pilota con due bracci lunghi in tutto 2000 metri situata, come detto, in Giappone, nei pressi dell’isola giapponese di Tsushima, nello stretto di Corea. Questa zona è attraversata dalla Corrente di Kuroshio che si muove con una velocità variabile da circa da 10 a 70 km al giorno e farà.
Entro cinque anni  saranno posizionate barriere lunghe 100 km che, secondo il team di cento scienziati che lo ha esaminato, potrà dimezzare la quantità di spazzatura presente entro dieci anni.
videoLe barriere proposte da Boyan Slat possono essere disposte in alcuni punti critici e, senza spostarsi, sono in grado di ripulire una grande quantità di acqua che viene trasportata dalle correnti marine.
Su Youtube il video in cui Boyan Slat propone il suo progetto e il video in cui  presenta i risultati dello studio sulla fattibilità del progetto.
glob_8b471b72ecPer fare una stima della quantità di plastica presente nel vortice del Pacifico, Boyan Slat sta organizzando per il mese di agosto una grande spedizione con 50 imbarcazioni che attraverseranno il vortice in parallelo dalle Hawaii alla California.
Liberare gli oceani dai rifiuti di oggi non risolve però il problema per il domani. Come è detto nel sito di  “The Ocean Cleanup”, è necessario che ciascuno di noi dia il suo contributo per ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in mare. E questo richiederà cambiamenti radicali in tutti i livelli della società.

Fare Geo
• Se vivi in una località di mare, recati su una spiaggia libera o su una scogliera e osserva l’ambiente. In altro caso, osserva le rive di un corso d’acqua o di un lago nelle vicinanze della tua abitazione.
Individua gli eventuali rifiuti di plastica e il tipo di oggetti presenti. Prepara una breve relazione completandola con alcune immagini scattate da te.


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